martedì 21 aprile 2009

TETRIS_MANIA

Lo scopo del progetto è proprio quello di adottare le forme del Tetris come blocchi trasportabili, ognuno dei quali corrisponde ad una funzione, quindi ci sarà quello che corrisonde alla cucina, al bagno, alla camera da letto....e saranno combinabili fino a formare una casa di dimensioni diverse a seconda del nucleo familiare.



Lo scopo del gioco è semplice: appaiono in cascata alcune figure geometriche di vari colori. Il giocatore, muovendo i tasti cursore, ha la possibilità di spostare e ruotare le figure che scendono dall’alto senza mai fermarsi per farle incastrare una sull’altra. Quando una riga è completa scompare assegnando punti al giocatore. Se uno dei pezzi rimane fuori dal bordo superiore del contenitore quando arriva un nuovo pezzo il giocatore ha perso. Ci sono 10 livelli disponibili in cui maturare il proprio record.
Quando nel 1985 Alexey Pazhitnov, un giovane ricercatore russo dell’Accademia di Mosca (dipartimento Scienze e computer) inventò un giochino a blocchi nessuno avrebbe potuto sospettare che due anni dopo sarebbe diventato un successo mondiale. E invece il gioco, basato sulla teoria geometrica dei tetramini, figure piane o solide regolari, appassionò milioni di persone in tutto il mondo.
Si chiamano tetramini i poligoni che si possono ottenere disponendo quattro quadrati in modo che due quadrati confinanti abbiamo sempre un intero lato in comune.Le figure che si possono costruire in tale modo sono 5.
Perchè in TETRIS le figure proposte sono sette?Poichè nel gioco è ammessa solo la rotazione dei pezzi e non il ribaltamento, ai due pezzi, la 'L' e la 'Z', vengono aggiunti i loro simmetrici (verticale o orizzontale). In tal modo sono disponibili tutte le configurazioni che si possono ottenere componendo simmetrie su un tetramino.

venerdì 10 aprile 2009

LOFTCUBE_Studio Aisslinger

Un domicilio temporaneo minimalista che permette alle persone con uno stile di vita nomade di passare piccoli periodi di tempo in grandi città ed aree urbane ad elevata densità, si offre loro tanto un rifugio quanto una struttura sociale. Si costruiranno sulle coperture piane degli edifici esistenti, privilegiati siti soleggiati all'interno dello spazio ubano. Le comunità in possesso di una terrazza dovranno come prima cosa richiedere un'ampliazione d'uso dell'edificato. La sua struttura è composta da quattro pannelli. L'inquilino può scegliere il colore, il materiale e la resistenza al vento delle superfici: possono essere inserite dalle tende scorrevoli, agli elementi in vetro a materiali massicci o perforati. In vendita: trasporto mediante elicottero, come una mercanzia qualsiasi, e collocazione in situ tramite una gru; oppure trasporto su ruota in previsione di un Loftcube smontabile. La ver utopia, nonchè la problematica principale, è scoprire se gli investitori si avventurerebbero mai in un'operazione che presupporrebbe affittare coperture piane in gran numero e renderle abitabili per gli utenti del Loftcube. E' possibile la colonizzazione del paesaggio di tetti delle grandi citta? Un container in affitto: un Loftcube situato permanentemente nel post giusto, affittato tramite un agenzia specializzata.

MVRDV_Container City

3500 containers furono ritirati con ritirati temporaneamente dal flisso del mercato mondiale ed impilati nella zona del porto di Rotterdam per dare luogo ad un immenso container a scala urbana: il City Container. Questo grande alveare ospitò le attività principali della prima biennale d'Architettura d'Olanda nel 2002. Situato nel Lloyd Pier, nel Porto di Rotterdam, fu l'emblema della Biennale. I container vengono utilizzati come pavimento, pareti e copertura di uno spazio immenso dalle dimensioni decisamente non convenzionali. Dei cavi collegano i containers tra loro, sotomettendoli a tensione, facendoli lavorare come travi nel vestibolo. Ogni trave è formata da 6 containers. La tensione è tale da permettere di impilare 15 unità, una sopra l'altra. Le unità circondano i visitatori, dando una sensazione di intimità all'interno dell'immensa scala del vestibolo. L'effetto prodotto è quello di un alveare gigante composto da 3500 pannelli, all'interno dei quali è possibile dormire, mangiare, esporre opere d'arte e sviluppatesvariate altre attività. C'è spazio per hotel, bar, gallerie, uno stabilimento balneare, sale conferenza, negozi, uffici,laboratori, scuole e centri attenzione al cliente. L'accesso ai containers si realizza attraverso gallerie, ascensori e scale. Disponendo alcuni containers su totaie risulta più facile spostarli, per dare luogo a grandi aperture che ritagliano suggestive viste verso l'esterno.

venerdì 3 aprile 2009

CONTESTO SOCIALE: Partnership al progetto

In seguito alla giornata trascorsa a L'Aquila come volontaria ho potuto parlare con un collaboratore dell'ANPAS della tendopoli del campo Acqua Santa, questo signore ha appoggiato la mia idea progettuale e mi ha suggerito di allacciarla anche all'architettura di emergenza, soprattutto per i ragazzi che studiavano lì. Questo perchè alcune facoltà di Tor Vergata e Roma Tre ospiteranno questi studenti integrandoli nei loro corsi e perche bisognerà costruire degli alloggi di emergenza dove accoglierli.

ANPAS - Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze – fondata nel 1904, è la più grande Associazione laica italiana di volontariato; aderiscono oltre 800 associazioni presenti in tutto il territorio nazionale che si propone di rappresentare.

ANPAS rappresenta a livello locale, nazionale e internazionale il grande e radicato Movimento delle Associazioni di Pubblica Assistenza, e si occupa della tutela,dell’ assistenza,della promozione e del coordinamento del volontariato organizzato allo scopo di costruire una società più giusta e solidale.

Promuove incontri ed iniziative, sviluppa azioni di raccolta fondi, mette in rete professionalità e competenze strategiche e sostiene la formazione e la preparazione dei suoi dirigenti e dei volontari.

E' ente accreditato di prima classe per il Servizio Civile nazionale con oltre 500 sedi e 2000 ragazze e ragazzi in servizio volontario. Ha sviluppato grandi progetti di solidarietà internazionale; è autorizzata per leAdozioni Internazionali in: Bulgaria, Costa Rica, Venezuela, Armenia, Nepal, Sri Lanka, Gambia, Senegal, Repubblica Domenicana, Kenia, Isole Mauritius e Taiwan.

Uguaglianza, libertà, fraternità e democrazia sono i valori a cui si è sempre ispirata ANPAS e da cui discende l’intera storia del Movimento stesso.

Da sempre le Pubbliche Assistenze sono al servizio di chiunque ne abbia bisogno, non pongono condizioni all'aiuto prestato e sono, aperte a chiunque voglia prendervi parte.

Essere Associazione di Volontariato di Pubblica Assistenza significa avere come obiettivo centrale l’assistenza rivolta verso “qualcosa” e “qualcuno” e sviluppata in modo “pubblico”. Il fatto di essere “pubbliche” impone non solo di agire nei confronti delle Istituzioni per promuovere atteggiamenti istituzionali coerenti ed efficaci rivolti ai “guasti” della società individuati, ma anche di essere agenti contaminanti per provocare movimenti sociali e individuali che contribuiscano prevenirli e ripararli (da La Carta di Identità Anpas - 2007)



IN ATTESA DI RISPOSTA nell'incontro di venerdì 17 aprile

Scheda attività dell’Opera Nomadi sezione Lazio

L’Opera Nomadi si è costituita a Bolzano nel 1963 come associazione regionale del Trentino Alto Adige, nel1965 è divenuta associazione nazionale e nel 1970 è stata eretta a Ente Morale (D. P. R. n° 347 del 1970).L’Associazione è nata dalla consapevolezza che fosse necessario un movimento di volontari organizzato per promuovere interventi atti a togliere i Rom, Sinti e Camminanti ed altri nomadi, o gruppi di origine nomade dalla situazione di emarginazione in cui sono relegati e per aprire la collettività nazionale alla comprensione e all’accoglienza dei diversi. Per corrispondere meglio allo sviluppo di una società pluralistica e aperta, l’Opera Nomadi si configura come un’associazione apartitica, aconfessionale che accoglie volontari, Rom, Sinti e Camminanti e non, impegnati in un compito di promozione sociale.In generale l’Opera Nomadi si fa mediatrice tra i pubblici poteri ed i gruppi di zingari, per la tutela dei loro diritti, e per favorire interventi specifici atti a sanare le situazioni di svantaggio.

  • UTENTE: Comunità Rom
  • TITOLO: Save street-children
  • SOTTOTITOLO: Centro contro il razzismo in favore e rispetto di tutte le culture
PROGRAMMA D'USO:
40% LIVING- strutture residenziali-l' idea progettuale parte dal concetto di scatola e di "living box" e prevede una rivisitazione del "container". La logica edilizia deve rispondere ad una domanda di massa reale, è basata sullo standard e sulla ripetizione di uno o più moduli che possono essere anche removibili e quindi temporanei. Questi modelli possono combinarsi in vari modi ed essere disposti in modo caotico così da comunicare un lato importante della popolazione nomade, cioè il continuo movimento al quale sono, purtroppo, sottoposti.
25% CREATING- laboratori artigianali, centro di istruzione primaria-I primi sono previsti in modo da far apprendere un mestiere ai Rom e per permettergli anche un lavoro onesto attinente a quello che potrebbero imparare all'interno dei laboratori, la scuola invece si propone l'obiettivo di far imparare la nostra lingua in modo completo cioè leggere e scrivere in modo rigoroso, questa non è però una scuola a tutti gli effetti, come la nostra scuola elementare, infatti si pone anche l'obiettivo di lasciare molto liberi i bambini e dare spazio al gioco e divertimento e inoltre di fargli conoscere almeno le basi della loro cultura a seconda della provenienza e anche un' pò della nostra;
15% EXCHANGE- punti vendita relativi ai lavori artigianali;
10% INFRASTRUTTURING- parcheggi pubblici sotterranei e percorsi alternativi, quest'ultimi creeranno una viabilità per il nomadismo interna all'area che collega le varie strutture a seconda della funzione verso l'esterno e la via principale di collegamento con la città, via di centocelle;
10% REBUILDING NATURE- spazio verde-cioè piccole aree per lo svago e per le cerimonie legate alle comunità Rom, come per esempio quelle attorno ad un grande falò, forse proprio il loro focolare e segno di appartenenza alla loro cultura...



I ROM......chi sono?
…….BREVE STORIA DEL CASILINO900…..Il 17 ottobre 2000 viene sgomberato il campo di casilino 700, il più grande d’Europa con i suoi oltre 1400 residenti. Questo campo, alcuni decenni fa, accoglieva quel sottoproletariato di siciliani e calabresi immortalato dai vividi racconti e romanzi di Pier Paolo Pasolini, uno dei più apprezzati scrittori italiani del ‘900. Le persone mandate via da quel campo sono state “buttate” nelle aree abusive di Salone e Casilino 900 dove, nel corso degli anni, si erano accampati altri rom. Viene così peggiorata la situazione di accampamenti di per sé già indecenti, privi come sono di qualsiasi servizio. Così però non li vede nessuno, lontani o nascosti dalla cittadinanza. Oggi l’insediamento di Casilino 900, è abitato da circa 650 rom provenienti dalle terre martoriate della ex-Jugoslavia e pertanto vi troviamo bosniaci, montenegrini, kossovari, macedoni e serbi, tutti comunque accomunati dall’identica appartenenza etnica al popolo rom. Il campo non è tra quelli autorizzati e attrezzati dal comune di Roma (in tutta la città ne esistono solo 11) ma viene tollerato dall’amministrazione comunale che di tanto in tanto esegue lavori di manutenzione delle strade che si allagano durante le piogge. Il campo è dotato di insufficienti e malfunzionanti bagni chimici e di una fontanella (per 650 persone). Oltre duecento bambini frequentano la scuola trasportati da pullman convenzionati e seguiti da operatori rom e dall'associazione Casa dei Diritti Sociali. Gli insediamenti etnici sono semplicemente dei ghetti, cioè dei luoghi dove vengono raccolte minoranze di diversi, di stranieri e di emarginati. Casilino 900 non si sottrae a questa dinamica oggettiva, anche se la consapevolezza da parte della società maggioritaria è limitata. Così i rom del campo vivono una condizione di emarginazione, dove la forte precarietà e la disoccupazione diventano normalità, nonostante l’ingegnosità provata dai suoi abitanti, abilissimi in tanti mestieri diversi.

ARCHITETTURA PORTATILE

L'architettura mobile è una forma intelligente di abitare un ambiente in un determinato luogo e in un determinato tempo, capace di reagire ed interagire con i sempre crescenti mutamenti sociali e culturali, con le città complesse ed i territori incerti, i limiti imprecisi e le strutture cangianti......Tutti questi sfaccettati fenomeni e processi della contemporaneità hanno bisogno di un'architettura più flessibile ed aperta. Le loro applicazioni ed usi sono infiniti, dalle residenze per le comunità rurali, alle situazioni di emergenza, quali la necessità di nuove infrastrutture per la sopravvivenza, fino a contesti molto più sviluppati e sofisticati. Progetti che creano città partendo da unità mobili ed indipendenti. Progetti che offrono città, portando infrastrutture e servizi laddove ancora non esistono; progetti il cui fine è di essere invasi, utilizzati, fruiti. Architetture politiche, critiche, sociali; interessate a coloro che vivono i "residui della città", i luoghi assenti, le realtà complesse straordinarie che non sono accettate o a volte semplicemente ignorate, però sempre presenti in ogni scenario urbano. Progetti che manifestano ideali, che protesta di fronte a ciò che succede nella città, che rendono esplicite realtà tangibili, instabili e fragili che sopravvivono all'interno della città....Architetture che isolano e proteggono unità minime di abitazione. 
L'idea progettuale rappresenta una visione della residenza che rivela alcuni aspetti del potenziale tecnico-costruttivo e socioeconomici cui è soggetto il mondo di oggi, come, ad esempio, il fenomeno della deterritorializzazione a scala globale, correlato a :
- flussi migratori sempre più consistenti che rompono la connessione cultura/territorio
- mobilità  e diffusione di beni materiali ed immateriali
- trasformazione radicale dell'ecosistema preindustriale ed esaurimento delle risorse energetiche.