venerdì 3 aprile 2009

CONTESTO SOCIALE: Partnership al progetto

In seguito alla giornata trascorsa a L'Aquila come volontaria ho potuto parlare con un collaboratore dell'ANPAS della tendopoli del campo Acqua Santa, questo signore ha appoggiato la mia idea progettuale e mi ha suggerito di allacciarla anche all'architettura di emergenza, soprattutto per i ragazzi che studiavano lì. Questo perchè alcune facoltà di Tor Vergata e Roma Tre ospiteranno questi studenti integrandoli nei loro corsi e perche bisognerà costruire degli alloggi di emergenza dove accoglierli.

ANPAS - Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze – fondata nel 1904, è la più grande Associazione laica italiana di volontariato; aderiscono oltre 800 associazioni presenti in tutto il territorio nazionale che si propone di rappresentare.

ANPAS rappresenta a livello locale, nazionale e internazionale il grande e radicato Movimento delle Associazioni di Pubblica Assistenza, e si occupa della tutela,dell’ assistenza,della promozione e del coordinamento del volontariato organizzato allo scopo di costruire una società più giusta e solidale.

Promuove incontri ed iniziative, sviluppa azioni di raccolta fondi, mette in rete professionalità e competenze strategiche e sostiene la formazione e la preparazione dei suoi dirigenti e dei volontari.

E' ente accreditato di prima classe per il Servizio Civile nazionale con oltre 500 sedi e 2000 ragazze e ragazzi in servizio volontario. Ha sviluppato grandi progetti di solidarietà internazionale; è autorizzata per leAdozioni Internazionali in: Bulgaria, Costa Rica, Venezuela, Armenia, Nepal, Sri Lanka, Gambia, Senegal, Repubblica Domenicana, Kenia, Isole Mauritius e Taiwan.

Uguaglianza, libertà, fraternità e democrazia sono i valori a cui si è sempre ispirata ANPAS e da cui discende l’intera storia del Movimento stesso.

Da sempre le Pubbliche Assistenze sono al servizio di chiunque ne abbia bisogno, non pongono condizioni all'aiuto prestato e sono, aperte a chiunque voglia prendervi parte.

Essere Associazione di Volontariato di Pubblica Assistenza significa avere come obiettivo centrale l’assistenza rivolta verso “qualcosa” e “qualcuno” e sviluppata in modo “pubblico”. Il fatto di essere “pubbliche” impone non solo di agire nei confronti delle Istituzioni per promuovere atteggiamenti istituzionali coerenti ed efficaci rivolti ai “guasti” della società individuati, ma anche di essere agenti contaminanti per provocare movimenti sociali e individuali che contribuiscano prevenirli e ripararli (da La Carta di Identità Anpas - 2007)



IN ATTESA DI RISPOSTA nell'incontro di venerdì 17 aprile

Scheda attività dell’Opera Nomadi sezione Lazio

L’Opera Nomadi si è costituita a Bolzano nel 1963 come associazione regionale del Trentino Alto Adige, nel1965 è divenuta associazione nazionale e nel 1970 è stata eretta a Ente Morale (D. P. R. n° 347 del 1970).L’Associazione è nata dalla consapevolezza che fosse necessario un movimento di volontari organizzato per promuovere interventi atti a togliere i Rom, Sinti e Camminanti ed altri nomadi, o gruppi di origine nomade dalla situazione di emarginazione in cui sono relegati e per aprire la collettività nazionale alla comprensione e all’accoglienza dei diversi. Per corrispondere meglio allo sviluppo di una società pluralistica e aperta, l’Opera Nomadi si configura come un’associazione apartitica, aconfessionale che accoglie volontari, Rom, Sinti e Camminanti e non, impegnati in un compito di promozione sociale.In generale l’Opera Nomadi si fa mediatrice tra i pubblici poteri ed i gruppi di zingari, per la tutela dei loro diritti, e per favorire interventi specifici atti a sanare le situazioni di svantaggio.

  • UTENTE: Comunità Rom
  • TITOLO: Save street-children
  • SOTTOTITOLO: Centro contro il razzismo in favore e rispetto di tutte le culture
PROGRAMMA D'USO:
40% LIVING- strutture residenziali-l' idea progettuale parte dal concetto di scatola e di "living box" e prevede una rivisitazione del "container". La logica edilizia deve rispondere ad una domanda di massa reale, è basata sullo standard e sulla ripetizione di uno o più moduli che possono essere anche removibili e quindi temporanei. Questi modelli possono combinarsi in vari modi ed essere disposti in modo caotico così da comunicare un lato importante della popolazione nomade, cioè il continuo movimento al quale sono, purtroppo, sottoposti.
25% CREATING- laboratori artigianali, centro di istruzione primaria-I primi sono previsti in modo da far apprendere un mestiere ai Rom e per permettergli anche un lavoro onesto attinente a quello che potrebbero imparare all'interno dei laboratori, la scuola invece si propone l'obiettivo di far imparare la nostra lingua in modo completo cioè leggere e scrivere in modo rigoroso, questa non è però una scuola a tutti gli effetti, come la nostra scuola elementare, infatti si pone anche l'obiettivo di lasciare molto liberi i bambini e dare spazio al gioco e divertimento e inoltre di fargli conoscere almeno le basi della loro cultura a seconda della provenienza e anche un' pò della nostra;
15% EXCHANGE- punti vendita relativi ai lavori artigianali;
10% INFRASTRUTTURING- parcheggi pubblici sotterranei e percorsi alternativi, quest'ultimi creeranno una viabilità per il nomadismo interna all'area che collega le varie strutture a seconda della funzione verso l'esterno e la via principale di collegamento con la città, via di centocelle;
10% REBUILDING NATURE- spazio verde-cioè piccole aree per lo svago e per le cerimonie legate alle comunità Rom, come per esempio quelle attorno ad un grande falò, forse proprio il loro focolare e segno di appartenenza alla loro cultura...



I ROM......chi sono?
…….BREVE STORIA DEL CASILINO900…..Il 17 ottobre 2000 viene sgomberato il campo di casilino 700, il più grande d’Europa con i suoi oltre 1400 residenti. Questo campo, alcuni decenni fa, accoglieva quel sottoproletariato di siciliani e calabresi immortalato dai vividi racconti e romanzi di Pier Paolo Pasolini, uno dei più apprezzati scrittori italiani del ‘900. Le persone mandate via da quel campo sono state “buttate” nelle aree abusive di Salone e Casilino 900 dove, nel corso degli anni, si erano accampati altri rom. Viene così peggiorata la situazione di accampamenti di per sé già indecenti, privi come sono di qualsiasi servizio. Così però non li vede nessuno, lontani o nascosti dalla cittadinanza. Oggi l’insediamento di Casilino 900, è abitato da circa 650 rom provenienti dalle terre martoriate della ex-Jugoslavia e pertanto vi troviamo bosniaci, montenegrini, kossovari, macedoni e serbi, tutti comunque accomunati dall’identica appartenenza etnica al popolo rom. Il campo non è tra quelli autorizzati e attrezzati dal comune di Roma (in tutta la città ne esistono solo 11) ma viene tollerato dall’amministrazione comunale che di tanto in tanto esegue lavori di manutenzione delle strade che si allagano durante le piogge. Il campo è dotato di insufficienti e malfunzionanti bagni chimici e di una fontanella (per 650 persone). Oltre duecento bambini frequentano la scuola trasportati da pullman convenzionati e seguiti da operatori rom e dall'associazione Casa dei Diritti Sociali. Gli insediamenti etnici sono semplicemente dei ghetti, cioè dei luoghi dove vengono raccolte minoranze di diversi, di stranieri e di emarginati. Casilino 900 non si sottrae a questa dinamica oggettiva, anche se la consapevolezza da parte della società maggioritaria è limitata. Così i rom del campo vivono una condizione di emarginazione, dove la forte precarietà e la disoccupazione diventano normalità, nonostante l’ingegnosità provata dai suoi abitanti, abilissimi in tanti mestieri diversi.

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